Truemetal (IT)
Grade: 75/100
Davvero una bella sorpresa questi Compos Mentis, che propongono a quattro anni di distanza dal debutto Fragments Of A Withered Dream, il secondo album, il qui presente Gehennesis. Un disco in grado di distinguersi dalla massa di uscite mediocri, grazie a una notevole ispirazione che pervade tutta la durata del lavoro, unita a una prova compositiva/esecutiva molto convincente.
La base di partenza del sound dei Compos Mentis è un death melodico di chiaro stampo svedese, su cui i nostri dimostrano di saper costruire brani che incorporano diverse influenze, arricchite da una cura particolare nella stesura dei brani e negli arrangiamenti. Gehennesis è infatti composto da brani mediamente lunghi e articolati, all'interno dei quali i nostri si destreggiano bene tra melodie che strizzano l'occhio al gothic, stacchi atmosferici, brevi incursioni elettroniche, e vigorose ripartenze metal di ottimo gusto, riuscendo a mantenere sempre alta l'attenzione e la bontà della propria musica per tutti i cinquantuno minuti del lavoro. Il tutto reso senza snaturare la natura del musica, senza provocare dei salti bruschi tra un passaggio e l'altro, senza il rischio di trovarsi leggermente spiazzati. Non ci troviamo certo dinnanzi a un disco innovativo, anche se le idee e la personalità dei Compos Mentis, riescono nel piccolo miracolo di arricchire il classico death melodico e a renderlo meno conforme agli stilemi classici del genere.
Se l'inizio non lasciava presagire grandi cose, con l'opener The Drunken Diamond, un buon pezzo ma fin troppo prolisso, è con il passare dei minuti che prende forma la convinzione di avere tra le mani un dischetto coi fiocchi. The Mind's Eye rompe gli indugi grazie ai felicissimi inserti tastieristici di Rune Klausen e a un songwriting che assume finalmente spessore, confezionando un brano a dir poco emozionante, a cui seguono In the Womb of Winter, con leggere sterzate verso il black melodico e melodie viking/folk, e Portrait of an Attempted Escape, dove si assiste a un crescendo di tensione da circa metà brano in poi molto buono, sottolineato anche da un suggestivo coro in sottofondo. Il resto della tracklist si mantiene fortunatamente su questi livelli, ad esempio con la struggente Downfall, Circle of One o l'ottima Tale of the Shadow, in cui i Compos Mentis mettono il punto esclamativo a un lavoro molto ben strutturato.
Se aggiungiamo a Gehennesis una produzione all'altezza e una prova strumentale molto buona, direi che possiamo ritenerci molto soddisfatti. Un disco che merita l'attenzione di tutti gli amanti della buona musica, e in special modo degli appassionati delle sonorità nord europee, che riusciranno a trovare in Gehennesis una validissima alternativa ai nomi più importanti della scena.
Stefano Risso